La nostra Azienda vanta una storia lunga un secolo: nel 1929, infatti, mia nonna ottiene dal Podestà Alfonso Sabatini, l’autorizzazione alla produzione e alla vendita del vino Cirò.
Da allora l’amore per la terra, per il vino e per le tradizioni ha portato i componenti della mia famiglia a dedicarsi con passione, cura ed attenzione a questa affascinante attività.
Nel 1961 mio padre Umberto, con l’importante collaborazione di mia madre, incomincia a muovere i primi passi verso l’imbottigliamento del vino “Pregiato Cirò” e alla fine degli anni ’70 anche io, ormai maggiorenne, entro a far parte attivamente dell’azienda.
Oggi, affiancato da mia moglie, Gemma Mastroianni e dalle mie figlie, rappresento un ponte ideale tra la tradizione dei miei nonni e l’innovazione ed il futuro.
Salvatore Lucà.
Su di noi
La storia del Cirò
La storia del Vino Cirò affonda le sue radici della notte dei tempi. Secondo le fonti più attendibili pare che i coloni greci, sbarcando sulle coste calabresi, rimasero colpiti dall’estensione dei territori dedicati alla coltura della vite e contribuirono a tutto ciò importando dalla madre patria dei vitigni di origine, appunto, ellenica.
Proprio da questi vitigni venne introdotto il cosidetto “ Krimisa” che a tutt’oggi viene considerato l’antenato dei vitigni attualmente coltivati. Fra gli altri vitigni introdotti ci furono anche il Gaglioppo ed il Greco Bianco, vere e proprie spine dorsali dell’attuale produzione del Cirò.
Secondo la tradizione, il Krimisa era il vino offerto ai vincitori delle Olimpiadi.
Prodotto, quindi, sin dall’antichità, il Cirò è un vino apprezzato non solo per le sue caratteristiche organolettiche ma anche per le sue proprietà che erano definite addirittura “ terapeutiche”. Fonti storiche riferiscono di affermazioni pronunciate da stimati medici che dichiaravano:
"Il Cirò è un tonico opulento e maestoso per la vecchiaia umana che vuole coronarsi di verde ancora per anni" e che definivano questo vino nientemeno che “un sicuro cordiale per chi vuole recuperare le forze dopo una lunga malattia”.
Naturalmente queste affermazioni derivano da un apprezzamento più di tipo personale che di effettiva evidenza scientifica ma fanno capire quanto attaccamento il popolo calabrese ha sempre manifestato nei confronti di questo eccellente prodotto.